DA ROMA ALLA TERZA
ROMA
XXXVII SEMINARIO
INTERNAZIONALE DI STUDI STORICI
Campidoglio, 21-22
aprile 2016
Svetlana Maslova
Accademia
delle Scienze di Russia
Mosca
LE
TRADIZIONI NOMADI DELLE TRIBÙ MONGOLE E L’INSTAURARSI DEL POTERE
DELL’IMPERO MONGOLO NELL’EUROPA ORIENTALE
[Riassunto della comunicazione]
Sulla
base del poema La storia segreta dei
Mongoli, delle informazioni tramandateci dai missionari medievali –
prima Giovanni da Pian del Carpine e poi Guglielmo di Rubruck – e di
altre fonti e ricerche portate avanti da studiosi russi, è possibile
formulare delle ipotesi su quella che doveva essere l’organizzazione del
potere nell’Impero Mongolo in Europa Orientale.
La
struttura dell’Orda Bianca (Ak orda)
– lo Stato cui tradizionalmente ci si riferisce col nome di “Orda
d’Oro” – nella prima metà del secolo XIII era
completamente conforme alle tradizioni nomadi delle tribù mongole. Il
territorio dello Stato fu suddiviso in “ali”, ognuna delle quali
era capeggiata da un rappresentante della dinastia di Gengis Khan. Una simile
organizzazione esisteva già molto tempo prima dell’espansione
dello Stato mongolo e della sua trasformazione in una grande potenza. Gengis
Khan aveva impiegato efficacemente il sistema di divisione in “ali”
come principio fondamentale della struttura amministrativo-militare delle
proprie terre. Con il processo di espansione oltre i confini delle steppe
mongole, l’antico principio dei legami di sangue
dell’organizzazione nomade fu superato. Nelle condizioni imposte da
un’aggressiva politica di conquista si veniva affermando un principio di
organizzazione di tipo “decimale”: l’unità
amministrativo-militare più piccola era il decimo e la più grande
era l’ala. Resta irrisolto invece il problema di quale delle ali fosse la
più antica, poiché le informazioni fornite dalle fonti sono
incoerenti: per alcune era più antica l’ala sinistra, ma altre
testimoniano il contrario.
I
territori di Batu Khan costituivano il centro dell’Orda d’Oro. Poco
lontano erano migrati suo figlio maggiore, Sartak, e suo fratello, Berke.
L’ala sinistra era capeggiata dal fratello minore di Batu, Shibani. Chi
fosse il capo dell’ala destra non può essere determinato con
altrettanta chiarezza: tuttavia le fonti lasciano concludere che fosse Mochi,
il figlio maggiore dello zio di Batu, Djagatai.
Il
khanato dell’Orda d’Oro non corrisponde al concetto di “Ulus
di Djuci”. L’Ulus di Djuci – il primogenito di Gengis Khan
– era una formazione territoriale di ordine superiore, di cui il khanato
dell’Orda d’Oro era una parte integrante. Un’altra parte era
costituita dall’Orda Blu (Kok orda).
Queste due formazioni rimasero effettivamente indipendenti fino ai tempi di
Toktamish, che negli anni ‘70 del secolo XIV, sottomise prima
l’Orda Blu e successivamente anche l’Orda d’Oro, unendole, di
fatto, in un unico Stato.
[Traduzione
dal russo di SARA MAZZONI]
[Un
evento culturale, in quanto ampiamente pubblicizzato in precedenza, rende
impossibile qualsiasi valutazione veramente anonima dei contributi ivi
presentati. Per questa ragione, gli scritti di questa parte della sezione
“Memorie” sono stati valutati “in chiaro” dal Comitato
promotore del XXXVI Seminario internazionale di studi storici “Da Roma
alla Terza Roma” (organizzato dall’Unità
di ricerca ‘Giorgio La Pira’ del CNR e dall’Istituto
di Storia Russa dell’Accademia
delle Scienze di Russia, con la collaborazione della ‘Sapienza’ Università di Roma, sul tema:
MIGRAZIONI, IMPERO E CITTÀ DA ROMA A COSTANTINOPOLI A MOSCA) e dalla
direzione di Diritto @
Storia]